mercoledì 14 maggio 2014

La Chiesa di Malta Di fronte all’introduzione del divorzio

(Questo è un mio  elaborato scritto del 2011, prima dell'entrata del divorzio a Malta)

A Malta il 98% della popolazione è cattolica, ed è l’unico Paese dell’Unione europea in cui non c’è né una legge sull'aborto né una legge sul divorzio. Il Cattolicesimo è la religione di stato, ma è comunque lasciata la libertà di culto; si stima che essa sia una delle nazioni a più alta percentuale di Cattolici del mondo. Inoltre è l’unico Stato, almeno nella UE, il cui inno nazionale è una preghiera. Malta è indipendente dal Regno Unito dal 1964. Il 13 dicembre 1974, con una revisione della Costituzione è diventata una Repubblica parlamentare. Dal 1° maggio 2004 Malta fa parte dell’Unione europea.  Il sistema politico maltese è stato fortemente influenzato dalla dominazione del Regno Unito e rientra nel Modello Westminster[1]. Ora, per capire meglio la questione della proposta di introdurre il divorzio nell’ Isola, è opportuno dare uno sguardo al sistema politico maltese.

Sistema politico
Il sistema parlamentare è unicamerale, vi è infatti la sola Camera dei deputati, composta da sessantacinque membri eletti con il sistema del voto singolo trasferibile ogni cinque anni.[2] Il governo maltese è guidato dal partito che detiene la maggioranza dei seggi nella Camera dei rappresentanti. Il sistema politico è fondato sostanzialmente su due grandi partiti politici, (vi è un numero di movimenti politici più piccoli, i quali però non sono mai riusciti a raggiungere numeri sufficienti da per ottenere un seggio in parlamento). La rivalità tra i due principali partiti, il partito nazionalista e il partito laburista è profondamente radicata nella mentalità maltese e molti scelgono l’uno piuttosto che l’altro semplicemente perché le loro famiglie hanno sempre votato per quel partito politico.

Partito Nazionalista
Il Partito Nazionalista (Partit Nazzjonalista o P.N. in maltese) è il partito politico maltese di centro-destra. Fondato nel 1880, mantenne fino alla Seconda guerra mondiale un'impostazione liberal-costituzionalista e pro-italiana, dovuta alla presenza di rifugiati italiani durante il periodo del Risorgimento. E’ filo-europeista, ed è membro del Partito Popolare Europeo, inoltre è associato all’Unione Democratica Internazionale. È il partito considerato pro-Chiesa. Nel suo inno si trova addirittura la frase “Cattolici Latini”.

La Costituzione per l'indipendenza di Malta è stata l’oggetto principale delle elezioni generali del 1962. In quell’ occasione il Partito nazionalista ha conquistato la maggioranza dei voti e la maggioranza dei seggi in Parlamento, e dunque ad esso è stato conferito il mandato per conseguire l'indipendenza dell’Isola. Come si può facilmente intuire, il raggiungimento dell'indipendenza, il 21 settembre 1964, è stato un importantissimo traguardo nella storia del partito nazionalista. I nazionalisti hanno poi rivinto le elezioni nel 1966, perdendole però, dopo nove anni di governo, nel 1971.

Gli anni tra il 1981 e il 1987, a guida socialista, sono stati caratterizzati da gravi minacce per la democrazia. Alle elezioni del 9 maggio, 1987 il Partito nazionalista ha ottenuto la maggioranza dei voti ed è stato al governo per gli ultimi ventiquattro anni tranne che per ventidue mesi.[3] 
Partito Laburista
Il Partito Laburista (Partit Laburista o P.L. in maltese) è un partito politico con ispirazione laburista-socialista fondato nel 1920 con il nome ufficiale “La Camera del Lavoro”. Esso mantenne fino agli anni ’60 un'impostazione filobritannica. Il Partito è membro del Partito Socialista Europeo e dell'Internazionale Socialista nonché dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici. Dopo essersi opposto, nel 2004, all'entrata di Malta nell'Unione Europea, il partito laburista ha cambiato le sue posizioni euroscettiche votando, nel 2005, a favore della Costituzione Europea.[4]
L'8 aprile 1961 l'Arcivescovo Gonzi[5] colpì con l'interdetto il leader laburista Domenico Mintoff e  tutti i membri del Comitato esecutivo del partito laburista. Per la maggior parte dei laburisti maltesi, il tempo d’interdetto (1961-1964) per niente facile. Tanto che quando fu raggiunto l'accordo tra il Vescovo Gonzi e Mintoff, e l’interdetto fu tolto, i laburisti volevano assolutamente dimenticare quel periodo, a parte quei poco che hanno ancora il dente avvelenato per questa faccenda tra la Chiesa e il partito.[6]

Dopo l’indipendenza, il partito laburista ha ottenuto la maggioranza dei voti nel 1971, e ha poi governato fino al 1987, anche se per gli ultimi cinque anni non ha avuto la maggioranza,[7] (è vero che le elezioni del 1996 sono state vinte dal partito laburista, ma a causa di discordie e problemi interni, il governo fu sciolto dopo appena ventidue mesi). 

Chiesa - Stato
Un Paese “forgiato dai valori cristiani, uno Stato ‘laico’ ma con profonde radici cristiane, dove le leggi riflettono i valori della fede cristiana”. Queste sono le parole del Presidente della Repubblica di Malta, Dr. George Abela, mentre si preparava ad accogliere Benedetto XVI nell’Isola il 17 e 18 aprile 2010, in occasione della visita che il Pontefice compiva per commemorare il 1950esimo anniversario del naufragio di San Paolo a Malta. Ora, da ciò che abbiamo detto sopra in merito alla situazione politica e da questa frase pronunciata dalla più alta autorità della nazione, possiamo concludere che tra la Chiesa e lo Stato esiste un clima di tranquillità e di cooperazione. Infatti, anche nche se lo Stato maltese è laico, effettivamente molte delle leggi riflettono ancora i valori cristiani. Ciò vuol dire che la laicità di uno Stato non implica che non vi possa essere cooperazione con la Chiesa quando si tratti del bene comune, come per esempio in merito al sostegno delle scuole religiose e delle case di riposo proprietà dell’Arcidiocesi o di qualche ordine religioso.

Una mossa inaspettata!
Nell’attuale Parlamento ci sono sessantanove membri, trentacinque del partito nazionalista che formano il governo e trentaquattro del partito laburista che formano l’opposizione. In questa situazione se un solo membro dal lato del governo decidesse di cambiare casacca, cambierebbe tutta la scena politica e il governo si ritroverebbe in minoranza di membri e di seggi, con poca speranza di continuare a governare.

Il 6 luglio 2010, l’onorevole Jeffrey Pullicino Orlando, eletto nelle file del partito nazionalista, dunque membro del partito che governa, ha scosso la stabilità politica, annunciando che stava per presentare, per iniziativa personale, una richiesta di legalizzare il divorzio. Secondo alcuni tutto ebbe inizio la domenica di Pasqua del 4 Aprile 2010, quando il giornale di un sindacato, in prima pagina pubblicò un articolo intitolato: “I membri parlamentari conviventi non sono invitati per la Messa di Papa Benedetto XVI”. L’articolo si riferiva alla Messa del Papa durante la sua visita a Malta il 17 e 18 del medesimo mese. Ora, Jeffrey Pullicino Orlando è separato dalla moglie, Marlene, che è parlamentare del partito laburista, e dunque ha copre un seggio dell’opposizione. Ambedue oggi hanno la loro vita personale e convivono con altre persone. Sembra che la questione del divorzio a livello governativo sia scattata con la pubblicazione dell’articolo, anche se comunque il pubblica dibattito sul divorzio esisteva da parecchi anni.

Nella stessa riunione parlamentare, Pullicino Orlando ha detto che lui e la maggior parte dei suoi colleghi di partito, professano la fede cattolica, “tuttavia”, così si è espresso, “non possiamo lasciare che i nostri sentimenti religiosi interferiscano con i nostri obblighi nei confronti dei cittadini che vogliono regolarizzare giuridicamente la loro posizione a seguito di un matrimonio irrimediabilmente fallito”. Il parlamentare ha inoltro dichiarato che la legge vuole correggere le "ingiustizie subite da chi vuole ri-sposarsi, se vuole. È ingiusto emarginare coppie separate legalmente e impedire la loro ulteriore partecipazione in un ambiente familiare stabile e sano."[8]


La posizione dei partiti politici
Dopo una lunga discussione del Comitato Esecutivo del Partito nazionalista, quest’ultimo ha  riaffermato la posizione politica, ribadendo che la famiglia maltese è costruita su un matrimonio stabile tra un uomo e una donna. Il partito nazionalista s’impegna in questo modo ad adottare misure per rafforzare un matrimonio sano e indissolubile e a sostenere la vita della famiglia e l’educazione dei figli. Il primo ministro e leader del partito nazionalista, Lawrence Gonzi, ha detto che sarà il popolo a decidere se il divorzio dovrà essere introdotto a Malta o meno e ha proposto un referendum abrogativo. Il Dr Gonzi ha detto anche che i membri parlamentari nazionalisti saranno liberi a votare secondo la loro coscienza, ma la posizione del partito e quella sua è contro l’introduzione del divorzio.[9]

La posizione del partito laburista è meno chiara. Il 6 giugno 2008, il partito laburista ha scelto Joseph Muscat come presidente e capo del partito. Fin dall’inizio della sua presidenza Muscat si è dichiarato a favore del divorzio. Anche i membri parlamentari laburisti saranno liberi di votare secondo la loro coscienza, ma il partito non ha parteggiato né a favore, né contro il divorzio. Pur fingendosi imparziale, Muscat ha dichiarato che se vincerà il no al divorzio si riserva, qualora in futuro dovesse diventare primo ministro, di introdurre il divorzio a Malta.[10]

La Chiesa e la sua azione pastorale nella questione
Nello stesso giorno in cui Pullicino Orlando proponeva l’introduzione del divorzio, l’Arcivescovo diffondeva un messaggio attraverso la radio della Chiesa maltese chiedendo a tutti i membri parlamentari cattolici a votare contro questa legge.[11] Qualche giorno dopo un giornalista ha posto allo stesso Arcivescovo questa domanda:A livello pastorale, con quali problemi si confronta quest’isola, unico Paese europeo in cui non sono legalizzati né il divorzio, né l’aborto?”. Il capo della Chiesa maltese ha così risposto: “Tutti sono influenzati alla stessa maniera da alcune idee trasmesse dal sentire contemporaneo, che riguardano appunto il divorzio, l’aborto ed anche l’eutanasia. In questo momento, nell’ ambito politico-sociale maltese si sta discutendo a proposito del divorzio. Abbiamo fatto presente che se ciò che vogliamo proporci sono famiglie stabili allora conviene piuttosto porre l’accento sul matrimonio e sulla famiglia. Si è aperta così una discussione alla quale possono contribuire tutti, anche coloro che sono favorevoli all’introduzione del divorzio. È una questione da affrontare questa se si vuole offrire aiuto a quanti attraversano un momento difficile nel loro matrimonio; così come pure se si vogliono aiutare i giovani ad avere delle idee chiare e una fibra morale forte, affinché siano capaci di scegliere liberamente per il matrimonio e per la famiglia, nonostante le molte idee contrarie che circolano”.[12]

Il vescovo della diocesi di Gozo, monsignor Mario Grech, durante un’intervista qualche giorno dopo la richiesta di Pullicino Orlando ai parlamentari cattolici, ha detto che l’eventuale introduzione del divorzio a Malta costituirebbe una vera e propria minaccia per le basi morali della società maltese.[13] Qualcuno ha stigmatizzato le parole di monsignor Grech, e nello stesso tempo il Malta Gay Right Moviment, il movimento per i diritti delle persone gay, che probabilmente sta preparando il terreno per un’altra scossa politica, ha emesso un comunicato stampa dicendo che il matrimonio civile è un diritto per tutti uomini e non un privilegio per gli eterosessuali.[14] Una comunicazione stampa di questo genere e in questi termini mostra che il vescovo Grech aveva ragione.

Vanno senz’altro ricordate le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI, il 18 aprile 2010, durante l’incontro con i giovani al porto della Valletta: “Qui a Malta vivete in una società che è segnata dalla fede e dai valori cristiani. Dovreste essere orgogliosi che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all'aborto e al divorzio. Vi esorto a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una società sana. A Malta e a Gozo le famiglie sanno come valorizzare e prendersi cura dei loro membri anziani e infermi, e accolgono i bambini come doni di Dio. Altre nazioni possono imparare dal vostro esempio cristiano. Nel contesto della società europea, i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo”.[15] Secondo il Papa, Malta può essere da esempio per l’Europa, ma c’è il pericolo che questo ‘esempio’ non duri molto! Il Sommo Pontefice poteva leggere i segni dei tempi e ha scrutato ciò che si stagliava all’orizzonte dell’ultima nazione europea dove sia l'aborto che  il divorzio sono almeno per il momento vietati.

Sin dall’inizio del dibattito politico e legislativo sul divorzio, i prelati hanno proposto al Paese gli insegnamenti di Gesù a favore dell’indissolubilità del matrimonio, lanciando l’ allarme sugli effetti negativi del divorzio. Secondo i prelati, “chi dimentica che il bene dell’indissolubilità è il bene del matrimonio stesso erode la struttura familiare”.[16]

Il 15 ottobre 2010, la Conferenza episcopale maltese ha diffuso una nota pastorale ai fedeli delle isole maltesi. I vescovi maltesi hanno anche intenzione di diffondere una parola di speranza sul Vangelo della famiglia, che ci aiuti a rispondere alle sfide che sono poste da questa legge. “Il nostro impegno permanente”, hanno concluso, “sarà quello di incoraggiare e ispirare i giovani a realizzare il loro sogno di dedizione e fedeltà”, e “il matrimonio per la vita di moltissimi giovani e adulti continuerà a essere un bene per Malta.

Ad ogni modo, si sottolinea che la posizione della Chiesa non è di condanna e che è sua volontà continuare a dialogare sui temi importanti per il bene dell’individuo e del Paese. La conferenza episcopale ha riconosciuto che dietro ogni separazione c’è un dolore enorme e la Chiesa accompagna le persone nella loro sofferenza e nella loro solitudine. Infatti, nella suddetta nota pastorale si possono leggere queste parole: “Il nostro atteggiamento non può essere di denigrazione né di condanna, ma di accompagnamento”. La nota ha aggiunto che la famiglia maltese ha bisogno di essere sostenuta sempre ed in ogni modo, per affrontare le varie pressioni che sta subendo e la Chiesa non cesserà mai di fare del suo meglio per dare quest’appoggio.[17]

Problemi pastorali
Le parole della Conferenza episcopale maltese sono dunque chiare. Altrettanto non si può dire purtroppo del clero maltese in cui sono affiorati dei distinguo da parte di alcuni. Ciò non sarebbe dovuto accadere, perché la posizione della Chiesa di Malta non può essere diversa da quella del magistero. Sembra che qualcuno abbia dimenticato che la coscienza morale riguardante l'unità e l'indissolubilità del matrimonio si è sviluppata sotto la pedagogia della Legge antica. La poligamia dei patriarchi e dei re non è ancora esplicitamente rifiutata. Tuttavia, la Legge data a Mosè mira a proteggere la donna contro l'arbitrarietà del dominio da parte dell'uomo, sebbene anch'essa porti, secondo le parole del Signore, le tracce della «durezza del cuore» dell'uomo, a motivo della quale Mosè ha permesso il ripudio della donna. (CCC 1610). Costoro hanno dimenticato pure che nella sua predicazione Gesù ha insegnato senza equivoci il senso originale dell'unione dell'uomo e della donna, quale il Creatore l'ha voluta all'origine. Se il permesso, dato da Mosè, di ripudiare la propria moglie, era appunto una concessione motivata dalla durezza del cuore, l'unione matrimoniale dell'uomo e della donna è indissolubile. Dio stesso l'ha affermato: «Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi» (Mt 19,6 e CCC 1614).

Un frate domenicano, padre Marco Montebello O.P., ha scritto su un settimanale un articolo dal titolo “Perché la Chiesa cattolica è contro il divorzio, quando Gesù era a favore del divorzio?” ponendo questa questione: “La mia domanda è questa: perché la Chiesa cattolica è contro il divorzio, quando Gesù stesso era a favore del divorzio? In realtà Gesù non era contro il divorzio e l’avrebbe accettato”[18]. Qualche giorno dopo lo stesso settimanale ha riferito che l'articolo del suddetto domenicano ha suscitato un grande interesse tra i suoi lettori, tra i quali molti hanno commentato che non sapevano che vi fossero dei riferimenti su questo tema nella Bibbia.[19]

Durante un’intervista per un altro giornale settimanale, Monsignore Charles Vella, ha detto che l'introduzione del divorzio non lo spaventa, a condizione che i matrimoni siano costruiti "sulla roccia e non sulla sabbia". Il monsignore continuava dicendo che l’eventuale legalizzazione del divorzio a Malta non significherebbe la rovina dei matrimoni.[20]

Rispondendo a Mons. Vella, il pro-vicario della diocesi di Malta, Mons. Anton Gouder, lo ha apertamente criticato, affermando nelle sue dichiarazioni sul divorzio vi sono molte "contraddizioni".[21]
In questi ultimi tempi sono sorti diversi gruppi contro l’introduzione del divorzio, ma nessuno di questi gruppi appartiene direttamente alla diocesi. Ci sono tante incertezze tra i fedeli maltesi, i quali in fondo sanno che la Chiesa rifiuta l’idea divorzista, ma quando ascoltano dichiarazioni ambigue come quelle che abbiamo riportato sopra, rimangono confusi. Da parte di qualcuno si ha come l’impressione che si sia ritornati agli anni ’60, al tempo del conflitto tra la Chiesa maltese e il partito laburista, quando fu lanciato l’interdetto sui suoi membri e su coloro che leggevano i suoi giornali. Evidentemente le ferite di cinquanta anni fa non si sono ancora rimarginate del tutto. Ma in realtà oggi la Chiesa si muove con molta prudenza. Ora io condivido l’idea della prudenza, ma fino a che punto? Anche Gesù era prudente ma al momento opportuno ha manifestato tutta la sua collera.

Io credo che la Chiesa maltese riteneva che mai una legge sul divorzio potesse essere discussa, o peggio ancora presentata al popolo sotto un governo guidato dal partito nazionalista, un partito che dalla sua nascita ha sempre portato il motto “Pro fide et Patria”. La Chiesa di Malta non si aspettava certo che una cosa del genere potesse capitare sotto la guida del partito che canta orgogliosamente “siamo Cattolici Latini”. Forse la Chiesa non si è resa conto che i membri del partito nazionalista che sono stati eletti democraticamente nel 1987 sono cambiati! Direi che la richiesta per legalizzare il divorzio è arrivata all’improvviso e non ha trovato pronti né la Chiesa, né il popolo.

Il sacerdote cattolico e docente di teologia René Camilleri ha detto che la Chiesa deve prendere questa questione sul serio, anche se la legge sul divorzio non trovasse l'appoggio della maggioranza in un referendum popolare. Don René, che è contro l'introduzione del divorzio, ha detto che la Chiesa "deve svegliarsi e mettere in ordine la propria casa", riguardo all’apostolato pastorale sui temi delle separazioni coniugali e il modo in cui sono gestititi i casi di annullamento.[22]

Tutto a causa di inefficienza pastorale?
Qualche anno fa ho tradotto un articolo da un foglietto inglese. Il tema dell’articolo era “Il guaio del divorzio e l’angoscia che porta esso porta con sé”. Ho fornito la traduzione dell’articolo all’editore per la pubblicazione dello stesso sul mensile che la provincia domenicana maltese distribuisce nelle chiese domenicane. Qualcuno però ha vietato la pubblicazione dell’articolo affermando che era meglio non smuovere le acque. Io dico che le acque che non vengono smosse iniziano a puzzare fino al punto di diventare fango! Ebbene, ritengo che la storia di quest’articoletto sia stata ripetuta su scala nazionale dalla Chiesa maltese. Temo cioè che i suoi dirigenti abbiano preso l’abitudine che finché la barca va non dobbiamo remare. Costoro forse non hanno mai pensato che il vento può cambiare direzione e la barca può trovarsi senza rematori. Costoro cioè non pensano per il futuro. Forse il clero non era preparato per una doccia fredda all’improvviso oppure manca di una solida preparazione di teologia pastorale. Eravamo contenti vivere nell'illusione di Malta Cattolicissima!

Il fatto che nell’ultimo decennio il numero delle separazioni tra sposati con rito religioso sia calato e il numero delle richieste per l’annullamento del matrimonio sia inferiore rispetto al decennio precedente, non significa che non ci siano problemi.

Temo che la questione del divorzio sia stata politicizzata e la Chiesa maltese abbia preferito stare lontana dal gioco dei politici, ma questa è una questione morale e se la Chiesa tace aprono la bocca gli sciocchi e dalle bocche degli sciocchi escono soltanto scemenze e fesserie!

La questione dell’introduzione del divorzio a Malta è un dato di fatto. Il popolo è chiamato a esprimere il suo parere in un referendum il 27 maggio 2011. Ed anche se i sondaggi mostrano che la maggioranza dei maltesi è contro l’introduzione del divorzio, non escluderei una sorpresa. Io andrò a votare, anche se per farlo dovrò prendere l’aereo dall’Italia, dove adesso mi trovo, e benché il referendum si svolga in un giorno scomodo per me. Lo farò perché sento che esercitare il mio diritto di voto in una nazione democratica è il minimo che posso fare. Dopo lo spoglio delle schede spero che il clero maltese non sia costretto a dire in futuro Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa!  


fra Reno Muscat 
Aprile 2011. Queste era un mio eleborato scritto di Teologia Pastorale. 



[1] Il modello Westminster, o sistema Westminster, è una forma di governo democratica parlamentare sviluppatasi nel Regno Unito e utilizzato da molti fra i paesi che appartengono (o sono appartenuti) al Commonwealth, come appunto Malta, AustraliaIndia, IrlandaMalesiaNuova Zelanda e Singapore. È considerato il modello più significativo di sistema politico maggioritario.
[2] Questo sistema elettorale  prevedeva che il partito che ottenesse la minoranza dei voti, avesse la maggioranza dei seggi in parlamento. Successivamente una modifica alla legge elettorale ha previsto che il partito che ottiene la maggioranza dei voti aggiunge altri membri parlamentari perché possa avere un seggio in più dell’opposizione.
[3] http://www.pn.org.mt/home.asp?module=content&id=70
[4] http://plrabat.blogspot.com/p/storja-partit-laburista.html
[5] L’Arcivescovo Gonzi fu uno dei fondatori del partito laburista nel 1920.
[6] La faccenda dell’interdetto sui membri del partito laburista si svolse pressappoco così: questo partito, come abbiamo detto, era filobritannico, per cui era contro l’indipendenza dell’Isola e per l’integrazione con il Regno Unito. Il suo motto era “Be British!” (essere britannico). L’Arcivescovo Gonzi chiese a Mintoff fino a che punto Malta doveva essere britannica e Dom Mintoff rispose: “Be British come gli inglesi, gli scozzesi e gli irlandesi!” Al che L’Arcivescovo chiese: “E quanto alla Chiesa?” e il leader laburista ripetè: “Be British come gli inglesi, gli scozzesi e gli irlandesi!”. Ora, dal momento che come ben si conosce, nel Regno Unito il sovrano è anche il capo della comunità anglicana, diventare come gli inglesi, gli scozzesi e gli irlandesi  avrebbe significato, nelle intenzioni di Mintoff e dei laburisti, che il re o la regina sarebbe dovuto diventare capo della Chiesa maltese; cosa questa giustamente inaccettabile da parte della Chiesa Cattolica. Ora, il fatto che fu proprio uno dei fondatori del partito laburista a lanciare l’interdetto sul medesimo partito ci fa capire quanto esso si sia allontanato dai suoi principi fondamentali.
[7] In questo periodo non era ancora aggiunta nella legge elettorale la norma che prevede che i seggi nel parlamento debbono riflettere i voti presi nell’elezioni.
[8]http://www.maltatoday.com.mt/news/jeffrey-pullicino-orlando/pullicino-orlando-presents-divorce-law-to-parliament.
[9]http://www.maltarightnow.com/?module=news&at=G%26%23295%3Bal+Joseph+Muscat%2C+irreferendum+dwar+id-divorzju+hu+%26%23295%3Bela+ta'+%26%23295%3Bin&t=a&aid=99826082&cid=19.
[10] http://www.timesofmalta.com/articles/view/20100829/local/divorce-debate-should-also-concentrate-on-the-how-joseph-muscat.
[11] http://www.maltatoday.com.mt/news/jeffrey-pullicino-orlando/pullicino-orlando-presents-divorce-law-to-parliament
[12] http://www.maltarightnow.com/?module=news&at=Wara+d-divorzju+ma+tistax+titkellem+fuq+%26%23380%3Bwie%26%23289%3B+dejjiemi+u+stabbli&t=a&aid=99823644&cid=101
[13] http://xellugi.blogspot.com/2010/05/kwestjoni-socjali-u-morali.html
[14] http://patrickattard.blogspot.com/2010/07/graffitti-civil-marriage-is-human-right.html
[15] http://www.diariodelweb.it/Articolo/Mondo/?d=20100418&id=136870
[16] http://www.maltarightnow.com/?module=news&t=a&aid=99806003&cid=19
[17] http://maltadiocese.org/lang/mt/news/marriage-and-the-family-and-the-christian-facing-jesusiz-zwieg-u-l-familja-u-n-nisrani-quddiem-gesu’/
[18] Fr. Mark Montebello OP, Għaliex il-knisja hija kontra d-divorzju? It-Torċa, 8 agosto 2010, 
[19] It-Torċa, Jisħqu li mhux veru li Ġesù kien favur id-divorzju,   15 agosto 2010.
[20] http://www.timesofmalta.com/articles/view/20090816/local/the-introduction-of-divorce-does-not-worry-me-cana-movement-founder
[21] http://www.timesofmalta.com/articles/view/20090830/local/pro-vicar-criticises-mgr-vella-on-divorce
[22] 2599s-%25E2%2580%2598unwarranted-pressure%25E2%2580%2599-turned-divorce-into-political-showdown&anno=2

=



Nessun commento:

Posta un commento