martedì 20 maggio 2014

LA COMUNICAZIONE POLITICA NELLA CAMPAGNA ELETTORALE DELLE ELEZIONI GENERALI DI MALTA - 2013

(un mio elaborato scritto di comunicazione politica)

Il governo maltese di centrosinistra maltese del primo ministro Lawrence Gonzi, in carica dal 2004, è caduto il 10 dicembre 2012 dopo essere stato messo in minoranza in Parlamento nella votazione sulla finanziaria del 2013. Questo ha portato a nuove elezioni 9 marzo dell’anno successivo. Secondo i sondaggi, il Partito laburista (PL) era il favorito per la vittoria, attestandosi oltre dieci punti percentuale sopra il Partito Nazionalista. Entrambi i partiti avevano proposto due nuovi vice leader: Simon Busuttil per i conservatori del PN e Louis Grech, tutti e due eurodeputati. Ma nella campagna elettorale giocavano un ruolo di primo piano i due leader dei due partiti politici maltesi, il gia menzionato Lawrence Gonzi e il leader del partito laburista Joseph Muscat, che nel giugno 2008 era eletto capo del Partito Laburista e nell'ottobre 2008 si dimetteva dal Parlamento europeo per entrare nel Parlamento maltese e diventava formalmente leader dell'opposizione.
La gara nella campagna elettorale era tra questi due leader dei due partiti politici maggiori maltesi. Come si sono presentati?

Preparamento dei partiti
Da quando Muscat era  scelto come capo cercava di dare un nuovo look al partito. La prima cosa che faceva era di cambiare lo stemma del partito. Con uno stemma moderno il partito acquisiva una immagine più adatta al mondo di oggi.   













Al contrario il Partito Nazionalista dalla suo fondazione non ha mai cambiato il suo stemma. Questo fatto poteva ombreggiare l’immagine del partito, renderlo un partito antiquato e fuori dalla realtà moderne e gli esigenze della gente comune.



Girava la voce che all'interno del partito c'era chi voleva cambiare lo stemma ma la presidenza non ha mai considerato questa cosa. Il partito poteva essere visto come copione facendo la stessa cosa del partito rivale.
Anche se fosse stato scelto questo stemma, non avrebbe dato un immagine nuovo come si è successo al partito laburista. La corona è un simbolo di sovranità, potenza, del sovrano o la sua dinastia, di regalità, ormai dimenticata dai maltesi!



Il motto e il logo della campagna elettorale

Se in quanto lo stemma il PL ha superato il PN, non possiamo dire la stessa cosa nella scelta del motto. Un motto è una frase, o una collezione di parole intese a descrivere le motivazioni o le intenzioni di un gruppo sociale o di un'organizzazione.
Il PN ha scelto per motto “Futur fis-sod – xogħol,  saħħa, edukazzjoni”  (Un futuro sicuro, lavoro, salute, educazione). Invece il PL ha quasi quasi riciclato il nome di un vecchio giornale “Malta tagħna lkoll” (Malta di tutti noi). Subito si può notare la differenza nel valore delle parole usate nel motto di ogni partito. L’uno ha una visione per un futuro senza crisi e l’altro significava he siamo tutti maltesi.

Nella scelta del logo il PN dominavano i colori arcobaleno. La bandiera arcobaleno è attualmente il simbolo più usato e noto del movimento di liberazione omosessuale. Ma i nazionalisti maltesi sono i conservatori e non sono per niente gay friendly. Questo fatto poteva sviare il nazionalista maltese, ancora forte nei valori tradizionali e nell’insegnamento della Chiesa Cattolica.

Il logo del PL presentava la bandiera nazionale su uno sfondo azzurro, il sole e la terra verde. Di per se era più adeguato questo logo che quello degli avversari.
I due partiti hanno criticato uno l'altro sulla scelta del logo chiamandosi copioni a vicenda . Il PL ha detto che il logo del PN era preso dal logo del canale televisivo CNBC mentre i nazionalisti hanno notato una somiglianza tra il logo dei laburisti e il logo usato dal Presidente Osama nella campagna elettorale del 2008.

 
               

Cinesica
Secondo l’enciclopedia Treccani, la cinesica è lo studio della comunicazione non verbale detta anche comunicazione paralinguistica e, soprattutto, di quella che si attua attraverso i movimenti, i gesti, le posizioni, la mimica del corpo, in modo volontario o involontario. Fa particolare riferimento ai codici comunicativi antropologici, culturali o artificiali, quali i gesti di cortesia o di disprezzo, la gestualità nelle varie tradizioni teatrali, la gestualità oratoria, il mimo, il linguaggio gestuale muto dei monaci di clausura, dei sordomuti, degli zingari ecc., le modalità del bere e del mangiare, l’etichetta e così via.
La comunicazione non verbale ha un ruolo fondamentale per la comunicazione. Noi percepiamo il significato di ogni messaggio che ci giunge in questa percentuale:
·         il 7% verbale, cioè ricavato dalle parole;
·         il 38% vocale, elementi del parlato quali inflessioni dei toni, timbro e ritmo;
·         il 55% non verbale, tutto ciò che deduciamo dal linguaggio visivo del corpo (gesti, posture e mimica facciale).
Quindi il 93% del nostro messaggio viene percepito dal nostro corpo e non dalle nostre parole. L’efficacia di un messaggio dipende quindi solamente in minima parte dal significato letterale di ciò che viene detto, e il modo in cui questo messaggio viene percepito è influenzato pesantemente dai fattori di comunicazione non verbale.
La mimica dei leader
Il viso rappresenta uno dei punti importanti della comunicazione non verbale. Si tratta della parte del corpo più significativa nell’ambito espressivo-comunicativo. Grazie alla mimica e all’espressione facciale è possibile comunicare: le proprie emozioni e sentimenti tutti segnali relativi all’interazione comunicativa in atto e le informazioni su aspetti tipici della personalità dell’individuo. Le foto dei leader politici dell’isola dipendevano da quale quotidiano o da quale canale televisivo erano presi.
La mimica della paura comprende le tre zone del viso, come nel caso della sorpresa: le sopracciglia si sollevano e si avvicinano, gli occhi sono ben aperti con la palpebra inferiore tesa e le labbra si stirano all'indietro.
Le sopracciglia, sollevate e riavvicinate, si differenziano dalla sorpresa perché sono meno incurvate; di solito il movimento delle sopracciglia si accompagna con il movimento della bocca e degli occhi. Nella fronte appaiono rughe orizzontali, come nella sorpresa, ma le rughe non occupano tutta la fronte come in quest'ultimo caso. Gli occhi sono ben aperti e tesi, con la palpebra inferiore contratta e quella superiore sollevata. La bocca nella paura si apre, con le labbra tese e stirate all'indietro. Le macchine politiche maltese hanno scattato qualche foto per presentare il leader avversario in uno stato di paura.

La rabbia è l'emozione che ci fa provare sdegno o odio verso gli altri. Nella rabbia le sopracciglia sono inclinate verso il basso o si abbassano restando orizzontali. Il ravvicinamento delle sopracciglia provoca rughe verticali tra le due sopracciglia. Non ci sono rughe orizzontali nella fronte quando nel volto è presente un'espressione di rabbia: qualsiasi ruga orizzontale che appare in fronte è da considerarsi ruga permanente, ovvero delle rughe sempre presenti nel volto, dovute all'età. Le sopracciglia aggrottate vengono di solito accompagnate da segni di rabbia nella bocca e negli occhi.
   









                          





I Sorrisi

Esistono diversi tipi di sorriso: da quello autentico a quello miserabile, al sorriso finto, al sorriso sociale. I politici cercano sempre di presentarsi di fronte al pubblico on un bel sorriso.  L'intensità del sorriso non stabilisce quanto sia intensa la felicità, si può essere molto felici e non sorridere e vice versa. Il sorriso, che fa parte della mimica di felicità, può essere usato anche al di fuori di quest'emozione, per nascondere altre emozioni, o per attenuare un'emozione. Il sorriso serve anche per ridurre la tensione. Se si sorride, molto probabilmente il sorriso verrà ricambiato. L'intensità della felicità dipende dalla posizione delle labbra, tanto più le labbra sono incurvate e aperte, tanto più si è felici. Il sorriso può anche essere molto meno marcato, quando è formato dalla lieve tensione e sollevamento degli angoli delle labbra, con le guance appena sollevate e il resto del viso neutro. Gonzi e Muscat hanno sempre cercato di essere sorridenti incontrando i loro seguaci. Dalle foto seguenti possiamo notare che i leader hanno sempre un sorriso per ciascuno. Sorridere significa esprimere e trasmettere felicità, simpatia, ottimismo, approvazione, buona volontà. Il Sorriso è un potente strumento per relazionarsi positivamente con le altre persone, perché  già col solo sorridere, guardando qualcuno negli occhi, hai già stabilito un collegamento importante di simpatia, ammirazione o affetto con quella persona. I leader sanno che le persone che sorridono spesso sono più allegre e più ottimiste, sono persone più rilassate, sicure di se stesse, e generalmente riescono a intavolare migliori relazioni con gli altri. Sanno che con un sorriso possono vincere altri voti.

         

I gesti
Un altro elemento fondamentale del sistema cinestesico sono i gesti, in primo luogo quelli compiuti con le mani. La gestualità manuale può essere una utile sottolineatura delle parole, e quindi rafforzarne il significato, ma anche fornire una chiave di lettura difforme dal significato del messaggio espresso verbalmente. I leader che stiamo esaminando anche se inconsapevolmente, hanno usate i loro gesti per attirare la gente. Se torniamo alle foto qui sopra vediamo che nella foto di Gonzi al McDonalds il capo sta quasi abbracciando il ragazzo accanto, nella seconda foto Gonzi sta accarezzando la bambina e si può vedere la sua mano che sta per toccare il viso della bambina. Nella foto Un selfie con Joseph l’allora capo dell’opposizione sta accostare la signora mentre nell’ultima foto possiamo vedere che la signora ha in mano il braccio di Muscat. All’inizio uno può pensare che questa è una stretta di mano ma in verità non è.

La Prossemica
A proposito di queste quattro foto, vediamo ora la prossemica dei leader durante questa campagna elettorale. L’aspetto prossemico della comunicazione analizza i messaggi inviati con l’occupazione dello spazio.
Il modo nel quale le persone tendono a disporsi in una determinata situazione, apparentemente casuale, è in realtà codificato da regole ben precise. Ognuno di noi tende a suddividere lo spazio che ci circonda in quattro zone principali:
     Zona intima (da 0 a 50 centimetri)
     Zona personale (da 50 cm ad 1 metro)
     Zona sociale (da 1 m a 3 o 4 m)
    Zona pubblica (oltre i 4 m)
Dalle nostre quattro foto possiamo concludere che la prima e la terza stanno nel primo gruppo, cioè la zona intima anche se queste persone non erano mai incontrate prima. La seconda e la quarta entrano nel secondo gruppo, cioè la zona personale. Questo fatto mostra quanto i politici superano ogni limite. Infatti la zona intima è  quella con accesso più ristretto: di norma vengono accettati senza disagio al suo interno solo alcuni familiari stretti e il partner. Un ingresso di altre persone esterne a questo ristretto nucleo di <ammessi> all'interno della zona intima viene percepita come una invasione che provoca un disagio. La zona personale è meno ristretta: vi sono ammessi familiari meno stretti, amici, colleghi. In questa zona si possono svolgere comunicazioni informali, il volume della voce può essere mantenuto basso e la distanza è comunque sufficientemente limitata da consentire di cogliere nel dettaglio espressioni e movimenti degli interlocutori.


Normalmente fuori casa siamo abituati alle altre due zone. La zona sociale è quell'area in cui svolgiamo tutte le attività che prevedono interazione con persone sconosciute o poco conosciute. A questa distanza (come detto da 1 a 3 o 4 metri) è possibile cogliere interamente o quasi la figura dell'interlocutore, cosa che ci permette di controllarlo per capire meglio le sue intenzioni. È anche la zona nella quale si svolgono gli incontri di tipo formale. La zona pubblica è quella delle occasioni ufficiali: un comizio, una conferenza, una lezione universitaria. In questo caso la distanza tra chi parla e chi ascolta è relativamente elevata e generalmente codificata. È caratterizzata da una forte asimmetria tra i partecipanti alla comunicazione: generalmente una sola persona parla, mentre tutte le altre ascoltano.
Il carattere mediterraneo dei maltesi forse non fa tanta distinzione tra queste zone, e tiene il politico come un amico o addirittura come un membro famigliare. I politici hanno cercato di usufruire questa tendenza e si sono mescolati tra le folle nei comizi e altre attività.
  Da menzionare anche l’aptica. L’aptica è costituita dai messaggi comunicativi espressi tramite contatto fisico. Anche in questo caso si passa da forme comunicative codificate come la stretta di mano, il bacio sulle guance come saluto ad amici e parenti anche se poco effettuato a Malta, ad altre di natura più spontanea ad esempio un abbraccio o una pacca sulla spalla.
L’aptica è un campo nel quale le differenze culturali rivestono un ruolo cruciale, ad esempio la quantità di contatto fisico presente nei rapporti interpersonali fra le persone di cultura sud-europea verrebbe considerata come una violenta forma di invadenza dai popoli nord-europei. Come il popolo più meridionale dell’Europa, i maltesi non considerano l’aptica come invadenza. I leader sono anche stati fotografati in pose di aptica.


       


La moglie sempre accanto


Fino agli anni 60 era impensabile che una donna entra nella vita politica maltese. Gli anni 70 hanno visto le prime facce femminile nel parlamento. D’allora le donne c’erano sempre nel parlamento maltese anche se il numero era sempre piccolo. I leader dei partiti e i primi ministri si sono presentati sempre o da soli o con i vice capo, ma mai con la moglie. Il primo capo del governo maltese che qualche volta portava la moglie con se era Eduardo Fenech Adami, Primo Ministro nel 1987, e mantenendo la carica fino al 1996. Di nuovo dal 1998 al 2004 quando viene eletto dal Parlamento come Presidente della Repubblica.
Nella campagna elettorale del 2013 le moglie di Gonzi e di Muscat erano sempre accanto ai loro mariti. Addirittura in alcuni casi le mogli si sono presentati da soli per un evento di importanza minima, come aperture di mostre o incontri sociali.


          
Questa cosa è stata presa bene dal pubblico maltese. La famiglia sta proprio nel cuore del popolo isolano e vedere le mogli dei leader politici accanto era una cosa simpatica tanto che anche loro sono diventati VIP al punto che ogni tanto sono stati invitati insieme per qualche avvenimento apolitico.

Questo fatto ha trovato la critica da quelli che ritengano che la donna deve stare fuori dalla politica. Sono pochi coloro che seguano questa filosofia. Loro sostengano che stiamo diventando i copioni dei politici statunitensi. Le mogli dei presidenti della USA sono stati sempre in prima fila con i propri mariti. Michelle Obama è famosa quanto suo marito. Questa cosa era copiata dai politici maltesi ed era ben accolta dal popolo.


Il Dress Code politico
In qualsiasi contesto culturale o sociale in cui l’uomo si sia mosso nella sua storia sono esistite regole scritte e non scritte che in qualche modo devono essere rispettate. Regole sul comportamento, sul modo di porsi, persino sulla mimica o sul linguaggio da utilizzare. Regole che dipendono dalle circostanze e regole che variano fra diverse nazioni, tradizioni, persino in base ai momenti della giornata in cui ci si muove. In realtà, ogni nostra scelta “visibile” è di fatto un codice, un modo di comunicare qualcosa con un suo significato. Non si sottrae a questa regola l’abbigliamento: tutto questo è dress code, quell’insieme di norme più o meno condivise in un ben determinato ambito – culturale, sociale, lavorativo o pubblico – che codificano i “messaggi” che una persona intende trasmettere attraverso gli abiti che indossa.
Lungo la storia, un certo modo di vestirsi voleva significare l’appartenenza ad un gruppo, ostentare uno status sociale o affermare un propria carica dignitaria. Entrano anche in gioco i colori del vestire. I partiti politici maltesi maggiori sono due, come abbiamo già detto, Il PN è un partito politico di centrodestra e il PL di ispirazione socialdemocratica e laburista. Come altri partiti quelli maltesi hanno il loro colore politico. I colori politici sono dei colori utilizzati per rappresentare un partito politico o un'ideologia: questi colori sono spesso utilizzati dai mass media nel dare i risultati delle elezioni o, più in generale, per riferirsi ai partiti. Il PN è stato sempre associato al colore blu e il PL a quello rosso.
In momenti ufficiali il dress code chiede che il politico indossa la giacca e la cravatta. le cravatte possano essere usate per attrarre un determinato pubblico. La cravatta dice molto di un uomo. È il biglietto da visita estetico. Joseph Muscat ha scartato il colore rosso dal suo abbigliamento e indossava cravatte più moderne.










Che Gonzi indossava cravatte blu era la norma per un capo di un partito del centrodestra. Tutte e due leader qualche volta hanno deciso di non seguire il dress code e si sono presentati in pubblico al mode di dire “in borghese” o meglio “casual”.  L’abbigliamento “casual” è per definizione un non-dress code, ovvero indica che non ci sono precise regole formali da seguire. Niente cravatta per gli uomini, ma  pantaloni sportivi con camicia con maniche  arrotolate. Massima libertà quindi e va benissimo anche uno stile etnico anche se magari non troppo appariscente.


Lo “smart casual” invece prevede espressamente l’utilizzo dei jeans. Joseph Muscat si è  presentato qualche volta in jeans ma Gonzi non si è visto mai in pubblico indossare un paio di jeans. Da tenere in mente anche la differenza di età tra i due capi. Gonzi nato nel 1954 e Muscat nel 1974.









Nel 2011, quando Gonzi era ancora Primo Ministro e Muscat capo dell’opposizione, emergeva la questione del divorzio a Malta. Allora non c’era la legge del divorzio e il paese stava per andare ad un referendum su questa questione. I membri parlamentari erano divisi nelle loro opinioni sull’introduzione del divorzio. Joseph Muscat era per il divorzio mentre Gonzi era contrario. Questi erano opinioni personali, non la politica dei partiti. In fatti alcuni membri del governo erano per il divorzio mentre alcuni membri parlamentari del PL erano assolutamente contro l’introduzione di questa legge.
Prima del referendum i due capi sono incontrati per una discussione politica sulla questione. Muscat si è presentato con una cravatta di colore arcobaleno.

Come abbiamo già accennato, (menzionando il logo del PN per l’elezione 2013) i colori arcobaleno sono associati all’orgoglio gay. La bandiera arcobaleno viene orgogliosamente esposta e sventolata, in special modo durante l'annuale "Gay pride" intorno al mondo. Può darsi che con questo gesto Muscat voleva dire che sotto il suo governo ci sarà posto per tutti, non ci sarà discriminazione a causa dell’orientamento sessuale. Infatti uno degli primi impegni del governo Muscat era la legge sull’unione civile che riconosce l’unione di due persone del medesimo sesso. Muscat stava costruendo un movimento che coglie tutte le persone, una cosa che il PN ha pensato di fare dopo la grande sconfitta del marzo 2013.
Da non dimenticare che esiste una comunità di cui pochi parlano e che la politica tende ad ignorarne le richieste, persino minime. Eppure hanno gli stessi diritti degli altri. É la comunità LGBT.
Sicuramente la cravatta di Muscat durante quel incontro ha colpito gli occhi degli opinion leader. L'Opinion Leader è un utente attivo dei media che interpreta il significato o il contenuto dei messaggi mediatici per utenti medio-bassi dei media. Tipicamente l'Opinion Leader è tenuto in grande considerazione da coloro che accettano le sue opinioni. Ovviamente tra la comunità LGBT locale ci sono opinion leader influenti.
I vice capi
All’inizio di questo studio abbiamo menzionato i due vice capi del partito. Tengo opportuno dare un sguardo su cosa era i loro ruoli durante la campagna elettorale. Simon Busuttil è stato presentato come il bastone dell’allora primo ministro Gonzi. Nato nel 1969 poteva essere una voce per i giovani nel partito ormai da venticinque anni in governo, con membri parlamentari vecchi stanchi. L’elezione del 2013 ha visto migliaia di giovani che stavano a votare per la prima volta. 
Al contrario il vice capo del PL, è più anziano del leader. Insomma Muscat è giovanissimo e forse la scelta di Louis Grech come suo collaboratore poteva riempire il vuoto nella mancanza di esperienza politica del capo. Grech è nato nel 1947.

Il ruolo dei vice capi era di assistere i capi e sembra che hanno compiuto il loro campito abbastanza bene. Il loro look era di due politici moderni, nonostante l’eta di Grech. Questo sta al fatto che tutti e due erano euro parlamentari e l’esperienza a Bruxelles gli ha aiutato molto. Nel loro abbigliamento sono stati sempre come si deve. Grech evitava il rosso e Busuttil vestiva da giovane.

Propoganda politica
La propaganda è l’arte di indurre le conclusione senza far vedere prima le premesse. Provare a convincere senza fornire testimonianze. È una comunicazione unidirezionale. Comunicazione è diversa dalla propaganda. La propaganda tende a sedurre. L’avversario viene dipinto come un mostro che deve essere sconfitto. L’avversario viene messo al ridicolo, visto come un nemico.
Nella campagna elettorale maltese non poteva mancare la propaganda. Fino agli anni 90 la propaganda politica avveniva solamente attraverso i manifesti infilzati nelle buche delle lettere di ogni casa e  i poster appiccicati sui muri. Oggi è vietato appiccicare i poster sui muri e invece dei manifesti i candidati mandano i loro messaggi attraverso l’internet. Ma i partiti fanno la loro propaganda o comunicazione attraverso i tabelloni.
Vediamo cosa hanno messo su questi tabelloni i partiti maltesi l’anno scorso.
Oltre i tabelloni con i logo e i motto di ciascun partito abbiamo visto tabelloni che dipingevano l’avversario come il mostro, la fine del mondo. Il PN ha messo un poster che mostrava i due capi, Muscat aveva il viso dipinto in rossa e Gonzi aveva il viso dipinto in blu. Ciascuno portava un cartello in mano. Quello del capo dell’opposizione con la parola Disoccupazione scritta e quello del Premier con la parola Lavoro. Questo tabellone voleva comunicare che se il PL sarà in governo la disoccupazione aumenta.
Sempre sul tema del lavoro e la disoccupazione il PN ci ha dato un altro tabellone. Questa volta il cartellone mostrava una lunga fila di persone cercando il lavoro e con le parole LABOUR WON’T WORK. Di nuovo l’avversario è presentato come il distruttore del sistema lavorativa. 
Subito questo tabellone è stato marcato come copione. In fatti sia negli Stati uniti ché in Inghilterra sono stati messi cartelloni simili.







Il PL ha usato questi tipi di cartelloni per criticare il governo Gonzi. In fatti un certo numero di poster hanno mostrato dove il governo sotto la guida del PN ha lasciato le file.




 Uno aveva il testo che diceva. “da molti anni aspetto il sotto insegnate nella classe di mia figlia. Questo poster criticava la mancanza di insegnati nelle scuole pubbliche.





Un altro aveva le prole “da 48 ore sto aspettando nel  corridoio dell’ospedale”, disapprovando il sistema sanitario.



E ancora un altro con le parole “ da un ora che aspetto l’autobus” biasimando il sistema del trasporto pubblico.





Il PN ha messo un cartellone sulle strade maltesi che dopo qualche ora è stato rimesso perché è stato ritenuto insolente. Questo poster mostrava Muscat con il naso lungo. Il messaggio era chiaro, cioè che non si può affidare questo politico perché è bugiardo come Pinocchio.
Un altro cartellone da parte del PL mostrava il premier Gonzi con le mani aperte con le parole “Gonzi solo chiacchiere”. Subito il PN ha messo un carrellone mostrando  Muscat con le mani sulla bocca e con le parole “Muscat non ci dice niente”. Nel linguaggio maltese questa frase può  significare che non vale per niente.

Come reazione il PL ha emerso un cartellone con Gonzi che serra gli orecchi con le mani. Il cartellone non aveva testo ma uno poteva capire subito che voleva dire che Gonzi no ti ascolta.

Ovviamente non mancavano cartelloni con le foto dei leader. Il PN aveva cartelloni con il leader Gonzi e il vice Busuttil ma il PL non ha mai messo il vice accanto il capo nei suoi cartelloni.
L’uso del web
L’internet e soprattutto le piattaforme di social networking hanno acquisito un ruolo sempre più rilevante come strumento di comunicazione politica on-line da parte dei partiti e dei candidati. I partiti maltesi hanno sfruttato questi mezzi, il PL molto più del PN.
l PN usava il direct mail. Il direct mail entra nelle case delle persone e viene consumata su base one-to-one. Offre al partito un tempo più lungo di esposizione ai suoi seguaci, tempo prezioso per rafforzare la coscienza,  per convincere, persuadere e coinvolgere i consumatori in un ambiente rilassato, nel momento a loro più congeniale. I social media erano usati anche ma su base personale dei candidati e non su base di partito.
Il PL invece stava all’avanguardia. Ha creato un canale youtube e mandava filmini ogni giorno. I filmini contenevano messaggi sottili e nascosti. Il PL sapeva che le persone che vivono il web si raggruppano in nicchie e in tribù che hanno interessi comuni e un proprio codice di comportamento. Lo staff di Muscat li intercettava e instaurava un dialogo duraturo con loro.
I responsabili della campagna erano consapevoli di alcuni elementi fondamentali della comunicazione online. Ad esempio sapevano bene che le persone vogliono essere ascoltate. È per questo che Muscat non commise errori banali come hanno fatto molti politici avversari. Muscat  sui social network si preoccupava sempre di chiedere il parere dei suoi simpatizzanti. Viceversa molti politici, usavano Internet solo come un megafono della propria voce.

Una sfida che lo staff di Muscat doveva affrontare era quella di trasformare migliaia di sostenitori online in attivisti preparati a intraprendere iniziative, fare telefonate, scendere in piazza e organizzare feste. Lo staff utilizzava la newsletter per fare delle piccole richieste precise e spingere all’azione. Ognuno riceveva un’email personalizzata in base al sesso ed età. Questa strategia aveva un successo inaspettato soprattutto grazie al fatto che in questo modo si poterono utilizzare anche i sostenitori meno attivi che generalmente non danno un reale contributo nelle campagne elettorali.
  Il risultato
Il risultato di una campagna elettorale organizzata in modo professionale è la vittoria. Joseph Muscat e il Partito laburista maltese hanno vinto le elezioni politiche con oltre il 55% dei voti. Questa vittoria è un risultato storico e pone fine a quasi 25 anni di governo del Partito Nazionalista.

Partito
Voti
 %
Seggi
161.479
55,1
38
131.004
43,1
29
5.471
1,8
-
Indipendenti
22
0,0
-
Schede bianche/nulle
3.415
-
-
Totale
298.000

67

fr. Reno Muscat 

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