(Questo è un mio elaborato scritto del 2011, prima dell'entrata del divorzio a Malta)
A
Malta il 98% della popolazione è cattolica, ed è l’unico Paese dell’Unione
europea in cui non c’è né una legge sull'aborto né una legge sul divorzio. Il
Cattolicesimo è la religione di stato, ma è comunque lasciata la libertà di
culto; si stima che essa sia una delle nazioni a più alta percentuale di
Cattolici del mondo. Inoltre è l’unico Stato, almeno nella UE, il cui inno
nazionale è una preghiera. Malta è indipendente dal Regno Unito dal 1964. Il 13
dicembre 1974, con una revisione della Costituzione è diventata una Repubblica
parlamentare. Dal 1° maggio 2004 Malta fa parte dell’Unione europea. Il sistema politico maltese è stato fortemente
influenzato dalla dominazione del Regno Unito e rientra nel Modello Westminster[1].
Ora, per capire meglio la questione della proposta di introdurre il divorzio nell’
Isola, è opportuno dare uno sguardo al sistema politico maltese.
Sistema politico
Il sistema
parlamentare è unicamerale, vi è infatti la sola Camera dei deputati, composta
da sessantacinque membri eletti con il sistema del voto singolo trasferibile
ogni cinque anni.[2] Il
governo maltese è guidato dal partito che detiene la maggioranza dei seggi
nella Camera dei rappresentanti. Il sistema politico è fondato sostanzialmente
su due grandi partiti politici, (vi è un numero di movimenti politici più
piccoli, i quali però non sono mai riusciti a raggiungere numeri sufficienti da
per ottenere un seggio in parlamento). La rivalità tra i due principali
partiti, il partito nazionalista e il partito laburista è profondamente
radicata nella mentalità maltese e molti scelgono l’uno piuttosto che l’altro semplicemente
perché le loro famiglie hanno sempre votato per quel partito politico.
Partito Nazionalista
Il Partito
Nazionalista (Partit Nazzjonalista o
P.N. in maltese) è il partito politico maltese di centro-destra. Fondato nel
1880, mantenne fino alla Seconda guerra mondiale un'impostazione liberal-costituzionalista
e pro-italiana, dovuta alla presenza di rifugiati italiani durante il periodo
del Risorgimento. E’ filo-europeista, ed è membro del Partito Popolare Europeo,
inoltre è associato all’Unione Democratica Internazionale. È il partito considerato
pro-Chiesa. Nel suo inno si trova addirittura la frase “Cattolici Latini”.
La
Costituzione per l'indipendenza di Malta è stata l’oggetto principale delle
elezioni generali del 1962. In quell’ occasione il Partito nazionalista ha conquistato
la maggioranza dei voti e la maggioranza dei seggi in Parlamento, e dunque ad
esso è stato conferito il mandato per conseguire l'indipendenza dell’Isola. Come
si può facilmente intuire, il raggiungimento dell'indipendenza, il 21 settembre
1964, è stato un importantissimo traguardo nella storia del partito
nazionalista. I nazionalisti hanno poi rivinto le elezioni nel 1966, perdendole
però, dopo nove anni di governo, nel 1971.
Gli anni tra
il 1981 e il 1987, a guida socialista, sono stati caratterizzati da gravi
minacce per la democrazia. Alle elezioni del 9 maggio, 1987 il Partito
nazionalista ha ottenuto la maggioranza dei voti ed è stato al governo per gli
ultimi ventiquattro anni tranne che per ventidue mesi.[3]
Partito Laburista
Il Partito
Laburista (Partit Laburista o P.L. in
maltese) è un partito politico con ispirazione laburista-socialista fondato nel
1920 con il nome ufficiale “La Camera del
Lavoro”. Esso mantenne fino agli anni ’60 un'impostazione filobritannica.
Il Partito è membro del Partito Socialista Europeo e dell'Internazionale
Socialista nonché dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.
Dopo essersi opposto, nel 2004, all'entrata di Malta nell'Unione Europea, il
partito laburista ha cambiato le sue posizioni euroscettiche votando, nel 2005,
a favore della Costituzione Europea.[4]
L'8 aprile 19 61
l'Arcivescovo Gonzi[5] colpì
con l'interdetto il leader laburista Domenico Mintoff e tutti i membri del Comitato esecutivo del
partito laburista. Per la maggior parte dei laburisti maltesi, il tempo d’interdetto
(1961-1964) per niente facile. Tanto che quando fu raggiunto l'accordo tra il
Vescovo Gonzi e Mintoff, e l’interdetto fu tolto, i laburisti volevano
assolutamente dimenticare quel periodo, a parte quei poco che hanno ancora il
dente avvelenato per questa faccenda tra la Chiesa e il partito.[6]
Dopo l’indipendenza,
il partito laburista ha ottenuto la maggioranza dei voti nel 1971, e ha poi governato
fino al 1987, anche se per gli ultimi cinque anni non ha avuto la maggioranza,[7]
(è vero che le elezioni del 1996 sono state vinte dal partito laburista, ma a
causa di discordie e problemi interni, il governo fu sciolto dopo appena ventidue
mesi).
Chiesa - Stato
Un Paese
“forgiato dai valori cristiani, uno Stato ‘laico’ ma con profonde radici
cristiane, dove le leggi riflettono i valori della fede cristiana”. Queste sono
le parole del Presidente della Repubblica di Malta, Dr. George Abela, mentre si
preparava ad accogliere Benedetto XVI nell’Isola il 17 e 18 aprile 2010 , in
occasione della visita che il Pontefice compiva per commemorare il 1950esimo
anniversario del naufragio di San Paolo a Malta. Ora, da ciò che abbiamo detto sopra
in merito alla situazione politica e da questa frase pronunciata dalla più alta
autorità della nazione, possiamo concludere che tra la Chiesa e lo Stato esiste
un clima di tranquillità e di cooperazione. Infatti, anche nche se lo Stato
maltese è laico, effettivamente molte delle leggi riflettono ancora i valori
cristiani. Ciò vuol dire che la laicità di uno Stato non implica che non vi
possa essere cooperazione con la Chiesa quando si tratti del bene comune, come
per esempio in merito al sostegno delle scuole religiose e delle case di riposo
proprietà dell’Arcidiocesi o di qualche ordine religioso.
Una mossa inaspettata!
Nell’attuale
Parlamento ci sono sessantanove membri, trentacinque del partito nazionalista
che formano il governo e trentaquattro del partito laburista che formano
l’opposizione. In questa situazione se un solo membro dal lato del governo
decidesse di cambiare casacca, cambierebbe tutta la scena politica e il governo
si ritroverebbe in minoranza di membri e di seggi, con poca speranza di
continuare a governare.
Il 6 luglio
2010, l’onorevole Jeffrey Pullicino Orlando, eletto nelle file del partito
nazionalista, dunque membro del partito che governa, ha scosso la stabilità
politica, annunciando che stava per presentare, per iniziativa personale, una
richiesta di legalizzare il divorzio. Secondo alcuni tutto ebbe inizio la
domenica di Pasqua del 4 Aprile 2010, quando il giornale di un sindacato, in
prima pagina pubblicò un articolo intitolato: “I membri parlamentari conviventi
non sono invitati per la Messa di Papa Benedetto XVI”. L’articolo si riferiva
alla Messa del Papa durante la sua visita a Malta il 17 e 18 del medesimo mese.
Ora, Jeffrey Pullicino Orlando è separato dalla moglie, Marlene, che è
parlamentare del partito laburista, e dunque ha copre un seggio dell’opposizione.
Ambedue oggi hanno la loro vita personale e convivono con altre persone. Sembra
che la questione del divorzio a livello governativo sia scattata con la
pubblicazione dell’articolo, anche se comunque il pubblica dibattito sul
divorzio esisteva da parecchi anni.
Nella stessa
riunione parlamentare, Pullicino Orlando ha detto che lui e la maggior parte
dei suoi colleghi di partito, professano la fede cattolica, “tuttavia”, così si
è espresso, “non possiamo lasciare che i nostri sentimenti religiosi interferiscano
con i nostri obblighi nei confronti dei cittadini che vogliono regolarizzare giuridicamente
la loro posizione a seguito di un matrimonio irrimediabilmente fallito”. Il
parlamentare ha inoltro dichiarato che la legge vuole correggere le
"ingiustizie subite da chi vuole ri-sposarsi, se vuole. È ingiusto
emarginare coppie separate legalmente e impedire la loro ulteriore
partecipazione in un ambiente familiare stabile e sano."[8]
La posizione dei partiti politici
Dopo una lunga
discussione del Comitato Esecutivo del Partito nazionalista, quest’ultimo ha riaffermato la posizione politica, ribadendo che
la famiglia maltese è costruita su un matrimonio stabile tra un uomo e una
donna. Il partito nazionalista s’impegna in questo modo ad adottare misure per
rafforzare un matrimonio sano e indissolubile e a sostenere la vita della
famiglia e l’educazione dei figli. Il primo ministro e leader del partito
nazionalista, Lawrence Gonzi, ha detto che sarà il popolo a decidere se il
divorzio dovrà essere introdotto a Malta o meno e ha proposto un referendum
abrogativo. Il Dr Gonzi ha detto anche che i membri parlamentari nazionalisti
saranno liberi a votare secondo la loro coscienza, ma la posizione del partito
e quella sua è contro l’introduzione del divorzio.[9]
La posizione
del partito laburista è meno chiara. Il 6 giugno 2008, il partito laburista ha
scelto Joseph Muscat come presidente e capo del partito. Fin dall’inizio della
sua presidenza Muscat si è dichiarato a favore del divorzio. Anche i membri
parlamentari laburisti saranno liberi di votare secondo la loro coscienza, ma il
partito non ha parteggiato né a favore, né contro il divorzio. Pur fingendosi imparziale,
Muscat ha dichiarato che se vincerà il no al divorzio si riserva, qualora in
futuro dovesse diventare primo ministro, di introdurre il divorzio a Malta.[10]
La Chiesa e la sua azione pastorale nella questione
Nello stesso
giorno in cui Pullicino Orlando proponeva l’introduzione del divorzio,
l’Arcivescovo diffondeva un messaggio attraverso la radio della Chiesa maltese chiedendo
a tutti i membri parlamentari cattolici a votare contro questa legge.[11]
Qualche giorno dopo un giornalista ha posto allo stesso Arcivescovo questa
domanda: “A livello pastorale, con quali problemi si confronta quest’isola, unico
Paese europeo in cui non sono legalizzati né il divorzio, né l’aborto?”. Il
capo della Chiesa maltese ha così risposto: “Tutti sono influenzati alla stessa
maniera da alcune idee trasmesse dal sentire contemporaneo, che riguardano
appunto il divorzio, l’aborto ed anche l’eutanasia. In questo momento, nell’
ambito politico-sociale maltese si sta discutendo a proposito del divorzio.
Abbiamo fatto presente che se ciò che vogliamo proporci sono famiglie stabili
allora conviene piuttosto porre l’accento sul matrimonio e sulla famiglia. Si è
aperta così una discussione alla quale possono contribuire tutti, anche coloro
che sono favorevoli all’introduzione del divorzio. È una questione da
affrontare questa se si vuole offrire aiuto a quanti attraversano un momento
difficile nel loro matrimonio; così come pure se si vogliono aiutare i giovani
ad avere delle idee chiare e una fibra morale forte, affinché siano capaci di scegliere
liberamente per il matrimonio e per la famiglia, nonostante le molte idee
contrarie che circolano”.[12]
Il vescovo
della diocesi di Gozo, monsignor Mario Grech, durante un’intervista qualche
giorno dopo la richiesta di Pullicino Orlando ai parlamentari cattolici, ha
detto che l’eventuale introduzione del divorzio a Malta costituirebbe una vera
e propria minaccia per le basi morali della società maltese.[13]
Qualcuno ha stigmatizzato le parole di monsignor Grech, e nello stesso tempo il
Malta Gay Right Moviment, il
movimento per i diritti delle persone gay, che probabilmente sta preparando il
terreno per un’altra scossa politica, ha emesso un comunicato stampa dicendo
che il matrimonio civile è un diritto per tutti uomini e non un privilegio per
gli eterosessuali.[14]
Una comunicazione stampa di questo genere e in questi termini mostra che il vescovo
Grech aveva ragione.
Vanno senz’altro
ricordate le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI, il 18 aprile 2010,
durante l’incontro con i giovani al porto della Valletta: “Qui a Malta vivete
in una società che è segnata dalla fede e dai valori cristiani. Dovreste essere
orgogliosi che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure
promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all'aborto e al
divorzio. Vi esorto a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità
della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una
società sana. A Malta e a Gozo le famiglie sanno come valorizzare e prendersi
cura dei loro membri anziani e infermi, e accolgono i bambini come doni di Dio.
Altre nazioni possono imparare dal vostro esempio cristiano. Nel contesto della
società europea, i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una
contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo”.[15]
Secondo il Papa, Malta può essere da esempio per l’Europa, ma c’è il pericolo
che questo ‘esempio’ non duri molto! Il Sommo Pontefice poteva leggere i segni
dei tempi e ha scrutato ciò che si stagliava all’orizzonte dell’ultima nazione
europea dove sia l'aborto che il
divorzio sono almeno per il momento vietati.
Sin
dall’inizio del dibattito politico e legislativo sul divorzio, i prelati hanno
proposto al Paese gli insegnamenti di Gesù a favore dell’indissolubilità del
matrimonio, lanciando l’ allarme sugli effetti negativi del divorzio. Secondo i
prelati, “chi dimentica che il bene dell’indissolubilità è il bene del
matrimonio stesso erode la struttura familiare”.[16]
Il 15
ottobre 2010, la Conferenza episcopale maltese ha diffuso una nota pastorale ai
fedeli delle isole maltesi. I vescovi maltesi hanno anche intenzione di
diffondere una parola di speranza sul Vangelo della famiglia, che ci aiuti a
rispondere alle sfide che sono poste da questa legge. “Il nostro
impegno permanente”, hanno concluso, “sarà quello di incoraggiare e ispirare i
giovani a realizzare il loro sogno di dedizione e fedeltà”, e “il matrimonio
per la vita di moltissimi giovani e adulti continuerà a essere un bene per
Malta.
Ad ogni
modo, si sottolinea che la posizione della Chiesa non è di condanna e che è sua
volontà continuare a dialogare sui temi importanti per il bene dell’individuo e
del Paese. La conferenza episcopale ha riconosciuto che dietro ogni separazione
c’è un dolore enorme e la Chiesa accompagna le persone nella loro sofferenza e
nella loro solitudine. Infatti, nella suddetta nota pastorale si possono
leggere queste parole: “Il nostro atteggiamento non può essere di denigrazione
né di condanna, ma di accompagnamento”. La nota ha aggiunto che la famiglia maltese
ha bisogno di essere sostenuta sempre ed in ogni modo, per affrontare le varie
pressioni che sta subendo e la Chiesa non cesserà mai di fare del suo meglio
per dare quest’appoggio.[17]
Problemi pastorali
Le parole della
Conferenza episcopale maltese sono dunque chiare. Altrettanto non si può dire
purtroppo del clero maltese in cui sono affiorati dei distinguo da parte di
alcuni. Ciò non sarebbe dovuto accadere, perché la posizione della Chiesa di
Malta non può essere diversa da quella del magistero. Sembra che qualcuno abbia
dimenticato che la coscienza morale riguardante l'unità e l'indissolubilità del
matrimonio si è sviluppata sotto la pedagogia della Legge antica. La poligamia
dei patriarchi e dei re non è ancora esplicitamente rifiutata. Tuttavia, la
Legge data a Mosè mira a proteggere la donna contro l'arbitrarietà del dominio
da parte dell'uomo, sebbene anch'essa porti, secondo le parole del Signore, le
tracce della «durezza del cuore» dell'uomo, a motivo della quale Mosè ha
permesso il ripudio della donna. (CCC 1610). Costoro hanno dimenticato pure che
nella sua predicazione Gesù ha insegnato senza equivoci il senso originale
dell'unione dell'uomo e della donna, quale il Creatore l'ha voluta all'origine.
Se il permesso, dato da Mosè, di ripudiare la propria moglie, era appunto una
concessione motivata dalla durezza del cuore, l'unione matrimoniale dell'uomo e
della donna è indissolubile. Dio stesso l'ha affermato: «Quello dunque che Dio
ha congiunto, l'uomo non lo separi» (Mt 19,6 e CCC 1614).
Un frate
domenicano, padre Marco Montebello O.P., ha scritto su un settimanale un
articolo dal titolo “Perché la Chiesa
cattolica è contro il divorzio, quando Gesù era a favore del divorzio?”
ponendo questa questione: “La mia domanda è questa: perché la Chiesa cattolica
è contro il divorzio, quando Gesù stesso era a favore del divorzio? In realtà
Gesù non era contro il divorzio e l’avrebbe accettato”[18].
Qualche giorno dopo lo stesso settimanale ha riferito che l'articolo del
suddetto domenicano ha suscitato un grande interesse tra i suoi lettori, tra i
quali molti hanno commentato che non sapevano che vi fossero dei riferimenti su
questo tema nella Bibbia.[19]
Durante un’intervista
per un altro giornale settimanale, Monsignore Charles Vella, ha detto che
l'introduzione del divorzio non lo spaventa, a condizione che i matrimoni siano
costruiti "sulla roccia e non sulla sabbia". Il monsignore continuava
dicendo che l’eventuale legalizzazione del divorzio a Malta non significherebbe
la rovina dei matrimoni.[20]
Rispondendo
a Mons. Vella, il pro-vicario della diocesi di Malta, Mons. Anton Gouder, lo ha
apertamente criticato, affermando nelle sue dichiarazioni sul divorzio vi sono
molte "contraddizioni".[21]
In questi
ultimi tempi sono sorti diversi gruppi contro l’introduzione del divorzio, ma
nessuno di questi gruppi appartiene direttamente alla diocesi. Ci sono tante incertezze
tra i fedeli maltesi, i quali in fondo sanno che la Chiesa rifiuta l’idea
divorzista, ma quando ascoltano dichiarazioni ambigue come quelle che abbiamo riportato
sopra, rimangono confusi. Da parte di qualcuno si ha come l’impressione che si
sia ritornati agli anni ’60, al tempo del conflitto tra la Chiesa maltese e il
partito laburista, quando fu lanciato l’interdetto sui suoi membri e su coloro
che leggevano i suoi giornali. Evidentemente le ferite di cinquanta anni fa non
si sono ancora rimarginate del tutto. Ma in realtà oggi la Chiesa si muove con
molta prudenza. Ora io condivido l’idea della prudenza, ma fino a che punto?
Anche Gesù era prudente ma al momento opportuno ha manifestato tutta la sua collera.
Io credo che
la Chiesa maltese riteneva che mai una legge sul divorzio potesse essere
discussa, o peggio ancora presentata al popolo sotto un governo guidato dal
partito nazionalista, un partito che dalla sua nascita ha sempre portato il
motto “Pro fide et Patria”. La Chiesa
di Malta non si aspettava certo che una cosa del genere potesse capitare sotto la
guida del partito che canta orgogliosamente “siamo Cattolici Latini”. Forse la
Chiesa non si è resa conto che i membri del partito nazionalista che sono stati
eletti democraticamente nel 1987 sono cambiati! Direi che la richiesta per legalizzare
il divorzio è arrivata all’improvviso e non ha trovato pronti né la Chiesa, né
il popolo.
Il sacerdote
cattolico e docente di teologia René Camilleri ha detto che la Chiesa deve prendere
questa questione sul serio, anche se la legge sul divorzio non trovasse
l'appoggio della maggioranza in un referendum popolare. Don René, che è contro
l'introduzione del divorzio, ha detto che la Chiesa "deve svegliarsi e
mettere in ordine la propria casa", riguardo all’apostolato pastorale sui
temi delle separazioni coniugali e il modo in cui sono gestititi i casi di
annullamento.[22]
Tutto a causa di inefficienza pastorale?
Qualche anno
fa ho tradotto un articolo da un foglietto inglese. Il tema dell’articolo era “Il
guaio del divorzio e l’angoscia che porta esso porta con sé”. Ho fornito la
traduzione dell’articolo all’editore per la pubblicazione dello stesso sul
mensile che la provincia domenicana maltese distribuisce nelle chiese
domenicane. Qualcuno però ha vietato la pubblicazione dell’articolo affermando
che era meglio non smuovere le acque. Io dico che le acque che non vengono smosse
iniziano a puzzare fino al punto di diventare fango! Ebbene, ritengo che la
storia di quest’articoletto sia stata ripetuta su scala nazionale dalla Chiesa
maltese. Temo cioè che i suoi dirigenti abbiano preso l’abitudine che finché la
barca va non dobbiamo remare. Costoro forse non hanno mai pensato che il vento
può cambiare direzione e la barca può trovarsi senza rematori. Costoro cioè non
pensano per il futuro. Forse il clero non era preparato per una doccia fredda
all’improvviso oppure manca di una solida preparazione di teologia pastorale.
Eravamo contenti vivere nell'illusione di Malta Cattolicissima!
Il fatto che
nell’ultimo decennio il numero delle separazioni tra sposati con rito religioso
sia calato e il numero delle richieste per l’annullamento del matrimonio sia inferiore
rispetto al decennio precedente, non significa che non ci siano problemi.
Temo che la
questione del divorzio sia stata politicizzata e la Chiesa maltese abbia
preferito stare lontana dal gioco dei politici, ma questa è una questione
morale e se la Chiesa tace aprono la bocca gli sciocchi e dalle bocche degli sciocchi
escono soltanto scemenze e fesserie!
La questione
dell’introduzione del divorzio a Malta è un dato di fatto. Il popolo è chiamato
a esprimere il suo parere in un referendum il 27 maggio 2011. Ed anche se i
sondaggi mostrano che la maggioranza dei maltesi è contro l’introduzione del
divorzio, non escluderei una sorpresa. Io andrò a votare, anche se per farlo
dovrò prendere l’aereo dall’Italia, dove adesso mi trovo, e benché il
referendum si svolga in un giorno scomodo per me. Lo farò perché sento che esercitare
il mio diritto di voto in una nazione democratica è il minimo che posso fare. Dopo
lo spoglio delle schede spero che il clero maltese non sia costretto a dire in
futuro Mea culpa, mea culpa, mea maxima
culpa!
fra Reno Muscat
Aprile 2011. Queste era un mio eleborato scritto di Teologia Pastorale.
Aprile 2011. Queste era un mio eleborato scritto di Teologia Pastorale.
[1]
Il modello Westminster, o sistema Westminster, è una forma di governo democratica parlamentare sviluppatasi
nel Regno Unito e
utilizzato da molti fra i paesi che appartengono (o sono appartenuti) al Commonwealth, come appunto Malta, Australia, India, Irlanda, Malesia, Nuova Zelanda e Singapore. È considerato
il modello più significativo di sistema politico maggioritario.
[2]
Questo sistema elettorale prevedeva che
il partito che ottenesse la minoranza dei voti, avesse la maggioranza dei seggi
in parlamento. Successivamente una modifica alla legge elettorale ha previsto
che il partito che ottiene la maggioranza dei voti aggiunge altri membri
parlamentari perché possa avere un seggio in più dell’opposizione.
[3]
http://www.pn.org.mt/home.asp?module=content&id=70
[4]
http://plrabat.blogspot.com/p/storja-partit-laburista.html
[5]
L’Arcivescovo Gonzi fu uno dei fondatori del partito laburista nel 1920.
[6]
La faccenda dell’interdetto sui membri del partito laburista si svolse
pressappoco così: questo partito, come abbiamo detto, era filobritannico, per
cui era contro l’indipendenza dell’Isola e per l’integrazione con il Regno
Unito. Il suo motto era “Be British!” (essere britannico). L’Arcivescovo Gonzi
chiese a Mintoff fino a che punto Malta doveva essere britannica e Dom Mintoff
rispose: “Be British come gli inglesi, gli scozzesi e gli irlandesi!” Al che
L’Arcivescovo chiese: “E quanto alla Chiesa?” e il leader laburista ripetè: “Be
British come gli inglesi, gli scozzesi e gli irlandesi!”. Ora, dal momento che
come ben si conosce, nel Regno Unito il sovrano è anche il capo della comunità
anglicana, diventare come gli inglesi, gli scozzesi e gli irlandesi avrebbe significato, nelle intenzioni di
Mintoff e dei laburisti, che il re o la regina sarebbe dovuto diventare capo
della Chiesa maltese; cosa questa giustamente inaccettabile da parte della
Chiesa Cattolica. Ora, il fatto che fu proprio uno dei fondatori del partito
laburista a lanciare l’interdetto sul medesimo partito ci fa capire quanto esso
si sia allontanato dai suoi principi fondamentali.
[7]
In questo periodo non era ancora aggiunta nella legge elettorale la norma che
prevede che i seggi nel parlamento debbono riflettere i voti presi
nell’elezioni.
[8]http://www.maltatoday.com.mt/news/jeffrey-pullicino-orlando/pullicino-orlando-presents-divorce-law-to-parliament.
[9]http://www.maltarightnow.com/?module=news&at=G%26%23295%3Bal+Joseph+Muscat%2C+irreferendum+dwar+id-divorzju+hu+%26%23295%3Bela+ta'+%26%23295%3Bin&t=a&aid=99826082&cid=19.
[10]
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20100829/local/divorce-debate-should-also-concentrate-on-the-how-joseph-muscat.
[11]
http://www.maltatoday.com.mt/news/jeffrey-pullicino-orlando/pullicino-orlando-presents-divorce-law-to-parliament
[12] http://www.maltarightnow.com/?module=news&at=Wara+d-divorzju+ma+tistax+titkellem+fuq+%26%23380%3Bwie%26%23289%3B+dejjiemi+u+stabbli&t=a&aid=99823644&cid=101
[13] http://xellugi.blogspot.com/2010/05/kwestjoni-socjali-u-morali.html
[14] http://patrickattard.blogspot.com/2010/07/graffitti-civil-marriage-is-human-right.html
[15] http://www.diariodelweb.it/Articolo/Mondo/?d=20100418&id=136870
[16] http://www.maltarightnow.com/?module=news&t=a&aid=99806003&cid=19
[17] http://maltadiocese.org/lang/mt/news/marriage-and-the-family-and-the-christian-facing-jesusiz-zwieg-u-l-familja-u-n-nisrani-quddiem-gesu’/
[18] Fr.
Mark Montebello OP, Għaliex il-knisja
hija kontra d-divorzju? It-Torċa, 8 agosto 2010,
[20]
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20090816/local/the-introduction-of-divorce-does-not-worry-me-cana-movement-founder
[21]
http://www.timesofmalta.com/articles/view/20090830/local/pro-vicar-criticises-mgr-vella-on-divorce
[22] 2599s-%25E2%2580%2598unwarranted-pressure%25E2%2580%2599-turned-divorce-into-political-showdown&anno=2
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